Nella ferita di Amelia Rosselli
poetessa, etnomusicologa e plurilinguista italiana
A 25 anni dalla sua scomparsa, per inaugurare la nostra nuova Collana Poesia, condividiamo un’intervista[1] sulla poetessa Amelia Rosselli. In questo dialogo ricco di spunti, tratto da una collana di Repubblica di approfondimenti sulle forme poetiche e il contesto letterario, Corrado Augias e Valerio Magrelli ricordano come nei versi di Amelia, figlia di un martire dell’antifascismo, si rispecchi la sua personale tragedia esistenziale e al contempo quella della nostra nazione. «Proust affermava che l’opera non ha nulla a che vedere con la persona che la scrive. Poi con l’avvento della psicoanalisi ci sono state esegesi, commenti, interpretazioni tutti risolti nel segno della biografia, andando da un eccesso all’altro. In casi come quello di Amelia Rosselli, assimilabile con l’esperienza di Leopardi, il segno della biografia rimane indelebile», dice il poeta e scrittore Magrelli. La poesia di Amelia è, dunque, radicata nell’autobiografia ed è al contempo nuova, è oscura e anche luminosa. Intorno agli anni ’50 si apre un dibattito controverso rispetto alla diagnosi di schizofrenia paranoide, che la poetessa rifiuta. Indipendentemente da questa diagnosi, “l’esperienza di ferita” di Amelia, come riporta lo scrittore, ha forse plasmato la sua poesia, conferendole crudezza e movimento di fuga, di disperazione, che risulta quasi tangibile in “Tutto il mondo è vedovo”, scritta nel 1964, e recitata nell’intervista1da Ottavia Piccolo, attrice e doppiatrice italiana.
Tutto il mondo è vedovo se è vero che tu cammini ancora
tutto il mondo è vedovo se è vero! Tutto il mondo
è vero se è vero che tu cammini ancora, tutto il
mondo è vedovo se tu non muori! Tutto il mondo
è mio se è vero che tu non sei vivo ma solo
una lanterna per i miei occhi obliqui. Cieca rimasi
dalla tua nascita e l’importanza del nuovo giorno
non è che notte per la tua distanza. Cieca sono
ché tu cammini ancora! Cieca sono che tu cammini
e il mondo è vedovo e il mondo è cieco se tu cammini
ancora aggrappato ai miei occhi celestiali.
Ciò che emerge in questa poesia – che richiama il sonetto di Shakespeare “The world will be thy widow” – è il ritorno della parola, l’ossessiva ripetizione della vedovanza del mondo.
La parola di Amelia Rosselli riceve influssi della lingua francese, inglese e italiana, e una musicalità che rende la sua poesia universale. È difficile individuare quali tracce abbia lasciato sulla sua poetica questo trilinguismo, e quali lapsus siano stati voluti e quali no. “Talvolta la parola se ne va per conto suo, sbanda, delira – nella sua etimologia di ‘uscire dal solco’, da quello della tradizione”, dice Magrelli, citando Zanzotto, un poeta contemporaneo. Il lapsus è utilizzato “come strategia compositiva, come pratica sistematica”. “Un altro grande poeta, Giovanni Giudici, dirà che più che di lapsus dobbiamo parlare di natura sismica: ogni parola tracima e sbanda. Questa ricchezza linguistica di una trilingue si trasforma anche in una deficienza di controllo. La lingua le sfugge dalle mani”, continua Magrelli. È una lingua tanto “sghemba” e “torturata” quando dotata di una precisa forma e regolarità, una lingua che “vive il conflitto tra una pulsione violenta, incontrollata, e lo sforzo della poetessa di darvi forma.”Augias risponde a Magrelli, dicendo: «D’altronde, chiunque cerchi una forma nuova appare de-forme rispetto alle forme antiche. Si dice in musica, in letteratura, negli usi quotidiani».
È chiaro, insomma, che la poesia, come qualsiasi altra forma artistico-letteraria, non può prescindere dalla biografia: da quella del poeta, così come da quella del lettore, poiché se è vero che l’opera è pregna e portatrice della storia di chi la scrive, è altrettanto vero che chi legge vi rintraccerà la sua propria biografia, la sua propria lingua.
[1]La poesia italiana: Amelia Rosselli raccontata da Augias & Magrelli – YouTube
AUTRICE
Jessica Lusa
Psicologa, Specializzanda in psicoterapia fenomenologico-dinamica, appassionata a tutte le forme artistiche, in particolare poesia e musica.